L’Animatore è colui che anima…che dà impulso.
E’ un professionista del gioco e del tempo libero che opera in contesti sociali
E’ Animatore quella PERSONA, che attraverso la sua fantasia, creatività e allegria si occupa di FAR DIVERTIRE, FAR FARE E FAR ESPRIMERE le PERSONE alle quali si rivolge.L’animatore è organizzatore, conduttore, coordinatore, motivatore e stimolatore del gruppo.
Chi è l’animatore?
Una definizione “seria” potrebbe dirci che l'animatore è SERVITORE, non PADRONE dell’INTERVENTO DI ANIMAZIONE. Vale a dire che non è un “protagonista”, una star del momento: è, piuttosto, impegnato a suscitare vita intorno a sé, giocando tutte le risorse a sua disposizione.
Il suo obiettivo primario è il divertimento degli utenti attraverso il coinvolgimento attivo e strutturato delle persone alle quali si rivolge.
Caratteristica peculiare del ruolo dell’animatore è quella di usare le tecniche di cui è in possesso in modo da rendere gli utenti più protagonisti che fruitori: il suo specifico è il " far fare" in modi divertenti ed espressivi.
Ritengo che il principale compito dell’animatore sia generare quello che Guido Contessa chiama un campo animativo. In questo senso il ruolo dell’animatore non è tanto quello di divertire, di fare, di esprimere, di essere attivo, protagonista, anzi il suo ruolo deve essere quello di “far divertire, far fare, far esprimere, di rendere l’utente attivo ed espressivo, renderlo il vero protagonista, responsabile della costruzione di relazioni e comunicazione”. L'animatore non è solo figura che intrattiene attività relazionali, ma anima e promuove attività creative che concorrono a favorire e a dilatare il campo delle esperienze del bambino per cui è pure chiamato a dotarsi di competenze tecniche: d'animazione, di conduzione di gruppi e di tipo organizzativo.
Per l’animatore non si pone semplicemente il problema di intrattenere i bambini (quindi del “che gli faccio fare?”), ma cosa ancor più importante è chiedersi: “come li faccio giocare? Che messaggi, che valori trasmetto loro con/nel gioco?”.
GIOCARE = EDUCARE
Al di là delle differenti motivazioni che spingono ciascuno di noi a dedicarsi ad un'attività d'animazione e di svago (nelle feste, nelle colonie, nei soggiorni e nei campi estivi di vacanza, rispettivamente nelle diverse iniziative d'animazione per bambini e adolescenti) esiste alla base dell'azione educativa un comun denominatore: i nostri interventi, le nostre azioni, i nostri modi di agire non sono mai neutri; o sono educativi o sono diseducativi.
Significa quindi che non si può non educare, neppure in una situazione temporale relativamente breve come quella di un soggiorno di vacanza o di un'attività d'animazione.
Essere animatore in qualsiasi iniziativa d'animazione, significa innanzitutto assumere delle responsabilità e l'assunzione di "responsabilità" comporta di riflesso l'instaurarsi di una relazione con qualcuno, con "un altro", un bambino, un giovane, un adulto. A sua volta ogni relazione instaurata con l'altro è "un'attività", "un'attività educativa" e l'esercizio di questa attività educativa richiede alcune condizioni di base, alcune "qualità" personali che ogni persona può coltivare per esercitare il ruolo d'animatore che, come abbiamo citato all'inizio, è lavoro educativo.
Come approfondiremo più in là, il gioco è lo strumento per eccellenza dell’Animatore Il gioco è un ottimo mezzo per proporre attività, temi e contenuti importanti. L’educatore/animatore, se vorrà far acquisire al bambino il suo messaggio, dovrà usare il più possibile il gioco perché il bambino percepisce ciò che passa attraverso l’esperienza sensibile. Ma non basta il gioco, non basta cioè essere un profondo conoscitore del gioco e del suo utilizzo.
Di seguito elenco una serie di “qualità” dell’Animatore che sono indicative e non esaustive:
A) L'animatore ha un bagaglio personale di conoscenze (cultura generale, elementi di psicologia dei bambini/ragazzi, le dinamiche di gruppo, alcune tecniche pratiche relative a musica, giochi, manualità…)
B) L’animatore è capace di relazioni interpersonali autentiche
a. si “presenta”, non si “rappresenta” (è se stesso)
b. comunica con rispetto, franchezza e sincerità
c. conosce e legge i linguaggi non verbali (il corpo, i gesti, gli sguardi, i silenzi, i toni di voce…)
d. sa ascoltare
e. sa mettersi in sintonia con chi gli è vicino ( = empatia)
Deve essere inoltre in grado di non suscitare, anzi di saper sciogliere, situazioni di ostilità e aggressività. E’ importante saper parlare ai bambini quanto saper farli parlare: l’espressione verbale è un momento di condivisione e comprensione del gioco attraverso la quale si comunica un’esperienza e/o si può modificare un comportamento.
C) L’animatore considera positivamente gli altri e le situazioni in cui vive. Perciò sa lavorare anche nella difficoltà (sa che gli ostacoli ci possono essere, prova a prevederli, e non si abbatte quando li incontra).
D) L'animatore è autorevole. Cioè non è autoritario (cioè non impone agli altri il suo volere, comandando). Sa mettere in equilibrio tolleranza dell'errore, giustizia, permissività, ricordandosi sempre che la relazione educativa è ASIMMETRICA (l'animatore non è un bambino/ragazzo, di fronte a lui è sempre un “grande” e come tale deve comportarsi)
E) L'animatore sa ritrarsi al momento opportuno. Sa che non è un insegnante con un “programma” da svolgere e una “classe” da condurre.
F) L’animatore che gioca e sa far giocare accetta che non tutti i bambini vogliano giocare, almeno non da subito. Il bambino non deve sentirsi obbligato/costretto al gioco, ma COINVOLTO perché questo è bello, divertente e spontaneo.
G) L’animatore che gioca perché “deve farlo” o perché “è il suo lavoro” non sarà mai coinvolgente e convincente per i bambini quanto colui che gioca perché ama farlo. Condividere con i bambini il gioco aiuta ad essere considerati “amici” e non maestri.
H) L’animatore non deve fare l’arbitro o il giudice, bensì deve essere il conducente che viaggia accanto e con i bambini.
I) L’animatore è SEMPRE e COSTANTEMENTE in gioco: E’ importantissimo mettersi in gioco in prima persona, cioè rischiando il ridicolo e riconoscendo i propri limiti. E’ MOLTO IMPORTANTE CHE L’ANIMATORE SAPPIA ritrovare e riconoscere in se stesso le motivazioni, l’entusiasmo per il gioco; ritrovare una dimensione infantile di fantasia, leggerezza, gioia.
L) L’animatore conosce e sa inventare tanti giochi, sa individuare gli strumenti utili ad aiutare i giocatori nel superare le proprie inibizioni ed è in grado di dare spazio e modo ad ogni partecipante d’esprimersi nel gioco.
M) L’animatore sa superare gli IMPREVISTI: il lavoro dell’animatore è pieno di imprevisti, varia in relazione alla richiesta dell’ utente ed è estremamente vario, proprio per questo l’animatore deve sapersi adattare ad ogni situazione e deve sempre essere pronto ad improvvisare.
Riassumendo LE CARATTERISTICHE DI UN EDUCATORE/ANIMATORE sono: buona capacità di organizzazione spazio/temporale, ottime capacità comunicative (chiarezza e semplicità) e di ascolto, capacità di mettersi in gioco, temperamento allegro, attento, sensibile, intraprendente, dinamico, entusiasta, capacità di resistenza alla fatica e alle tensioni, creatività e fantasia, capacità di improvvisazione e di superamento degli imprevisti, buon livello di autocontrollo, disponibilità, accoglienza, empatia, spontaneità, espressività, autorevolezza, conoscenza di tecniche di conduzione di gruppo e di comunicazione, conoscenza del GIOCO nelle suo varie forme e obiettivi.
Ma non basta ancora…
per lavorare con i Bambini ci vuole tanto tanto CUORE!
Ma che cos’è l’animazione?
L’animazione è una pratica di lavoro sociale, cioè una professione e non una disciplina.
Essa fa uso di diverse discipline, principalmente quelle umane e sociali, applicandole ai diversi contesti secondo le necessità. Scopi e metodi dell’Animazione si possono così sintetizzate.
• FAR DIVERTIRE
• FAR FARE
• FAR ESPRIMERE
Metodi e tecniche dell’animazione sono raggruppabili nelle tre categorie seguenti:
a - ricreativa (gioco, divertimento, festa, simulazione, fantasia, esplorazione,espressività)
b - culturale (lettura, mass media, ricerca, arte, teatro, video, ambiente)
c - aggregativa (socialità, relazioni, comunità, associazionismo, cooperazione)
L’utenza elettiva dell’animazione e degli Animatori è la generalità dei cittadini, nel tempo libero, extrascolastico o extralavorativo . L’animatore opera principalmente in organizzazioni e servizi per il tempo libero e la cultura. Quando interviene in strutture sanitarie o assistenziali scolastiche o lavorative, egli si pone come supporto agli operatori delle strutture medesime: qui agisce in qualità di consulente o risorsa occasionale e/o temporanea.
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